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martedì 15 ottobre 2013
Recupero dei 16 casoni, accordo raggiunto
Mancano solo i voti dei consigli di Municipalità e Comune, ma il
progetto per il recupero dei casoni di San Pietro in Volta è
praticamente realtà. Viene presentato oggi alle 17.30 alla sala Perla di
Pellestrina e prevede il salvataggio degli ultimi 16 casoni ancora
in piedi a San Pietro in Volta, dove i proprietari vi ricoverano
attrezzi per la pesca e l’agricoltura. Il progetto è il frutto
della collaborazione tra Municipalità e Comune, avviata due anni fa
dopo la iniziale decisione di abbattere tutti e 45 i casoni presenti
sull’isola di Pellestrina perché abusivi. Sono stati 29 quelli già
smantellati, tutti nella zona di Portosecco, ma per questi ultimi il
decentramento è riuscito a trovare una soluzione. «Quando, oltre
quarant’anni fa, si decise di costruirli, in base a un progetto del
Comune che mirava ad andare incontro a pescatori e agricoltori
dell’isola, alla fine saltò fuori che non c’erano i soldi per farli
attraverso fondi pubblici», spiega il presidente della Municipalità,
Giorgio Vianello. «Così i residenti se li costruirono da soli, ma
il tutto divenne col tempo abusivo, e due anni fa durante un
sopralluogo dei carabinieri, per altri motivi, emerse la situazione».
Inizialmente la strada intrapresa da Ca’ Farsetti fu quella
dell’abbattimento e così caddero i 29 casoni di Portosecco. Quindi ne
seguì la trattativa con il decentramento, fino alla presentazione
odierna del progetto già approvato dalla Giunta comunale. «I 16 casoni
rimasti a San Pietro in Volta verranno ristrutturati a spese dei
proprietari per metterli a norma, quindi gli stessi dovranno pagare
un affitto al Comune, che varierà a seconda della metratura», prosegue
Vianello. «È una soluzione che salva ciò che c’è e permette di
andare incontro alle esigenze dei privati, ma al tempo stesso garantisce
anche l’amministrazione comunale». Nel progetto rientra anche la
costruzione di un numero di casoni, ancora da definire, che
sorgerebbero nell’area del depuratore di Pellestrina. «Strutture di sei
metri per sei», conclude il presidente della Municipalità, «che
verrebbero destinate esclusivamente ai pescatori. Molti di loro tengono
le reti da pesca addirittura in casa, non avendo altri posti dove
metterle al riparo, e oggettivamente si tratta di un disagio molto
pesante per le loro attività». Simone Bianchi
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