Costa, nel braccio di ferro con Orsoni, rilancia la proposta che comprende anche la realizzazione della sublagunare
Grandi navi fuori dalla laguna. Ma a patto di allestire una nuova
Marittima a Santa Maria del Mare, dove adesso si costruiscono i
cassoni del Mose, e di realizzare la sublagunare per portare turisti e
merci da Tessera e Fusina all’isola di Pellestrina. Paolo Costa
rilancia, com’è suo stile. E per rispondere alla polemica con il sindaco
Orsoni punta in alto. Punzecchia il sindaco avvocato («Gli
avvocati e i Tar potranno discutere a lungo ma questo non ci aiuta»).
Ricorda che per lui il Porto ha piena sovranità nei suoi territori,
e che il Pat in fondo ancora non è stato approvato. E lancia la
provocazione. In realtà la sublagunare è il suo vecchio pallino,
lanciata quando era sindaco nel 2000 e poi accantonata. Anche la
Marittima a Santa Maria del Mare è una proposta lanciata un anno e mezzo
fa. Come fare per togliere le navi da San Marco? Subito un grande
canale in mezzo alla laguna (il Contorta Sant’Angelo, progetto già
inviato al ministero). E il progetto a lungo termine: utilizzando
gli ettari di spiaggia cementificati dal Consorzio Venezia Nuova per
costruirci i grandi cassoni del Mose. Nel 2016, a lavori conclusi,
la spiaggia dovrebbe essere ripristinata a spese del Consorzio. Invece,
dice Costa, si si potrebbe pensare alla nuova Marittima. Ma «a
patto che si ripensi l’intero sistema dei trasporti». La proposta -
contenuta nell’articolo di Costa pubblicato a pagina 34 - è destinata a
far scoppiare nuove polemiche. Uno scenario che potrebbe
trasformare in pochi anni la laguna in una “nuova Rotterdam”, banchine
portuali al posto delle barene, canali profondi al posto di ghebbi e
velme. Il disegno delle grandi opere non è una novità nelle proposte
di Costa. Proponente del Mose, quand’era ministro dei Lavori pubblici
e prima ancora tra i cinque esperti nominati dal ministro Baratta
per dare un parere sull’opera, aveva approvato da sindaco i famosi dieci
punti da realizzare insieme alle dighe. Tra cui la conca di
navigazione a Malamocco. Per far entrare le grandi navi e «separare la
salvaguardia dalla portualità». Proposta degli ambientalisti che
era presto diventata un nuovo progetto da centinaia di milioni di
euro. Ma ci si è presto accorti che la conca non basta più. Capace di
contenere navi fino a 250 metri (le nuove navi passeggeri sono
oltre 330, le portacontainer ancora più grandi). Ecco allora il porto
off shore, progetto preliminare già depositato e firmato da
Mantovani e Tethis, finanziato in parte dal Magistrato alle Acque con i
soldi della Legge Speciale. (a.v.)
Nessun commento:
Posta un commento