La cooperativa “Laguna Viva” nel gennaio del 2011 ha subìto danni per
quasi due milioni a causa di una nave russa. Si attende la sentenza,
famiglie sul lastrico
Una vita di lavoro e sacrifici e il destino di dieci famiglie
travolti da una nave russa. Case, auto e poche altre cose messe insieme
in anni e anni passati a raccogliere pesce in laguna o in mare,
destinate ad essere strappate a queste persone perché la giustizia
arriva tardi. Una giustizia che dovrebbe stabilire, domani o il 28
giugno in Tribunale a Venezia, quanto l’assicurazione della nave dovrà
pagare alla cooperativa “Laguna Viva” per i danni causati
all’allevamento di “peoci” realizzato in mare. Allevamento andato
distrutto con danni che superano il milione e 700mila euro.
Il 22
gennaio 2011 un grande impianto per l’allevamento di “peoci” che
occupava un’area di 500x1000 metri, veniva devastato da una nave che vi
entrava. L’impianto si trovava nei pressi della bocca di porto degli
Alberoni.
Quando i soci della cooperativa “Laguna Viva” scoprono
il disastro sospettano che si sia trattato del passaggio di una nave.
Non poteva essere stato il maltempo. In quel mezzo chilometro quadrato
che il giorno prima era un labirinto di cime e corpi morti e dove
c’erano diversi quintali di “peoci” pronti per la raccolta, non esisteva
più nulla. Per capire cosa fosse successo si affidano al capitano Sante
Bigon, una vita a navigare in mezzo mondo e tra i più preparati periti
in materia di incidenti in mare. Allo scopo Bigon verifica i tracciati
satellitari delle navi in transito in quei giorni. Risulta che un solo
mezzo, tra quelli in transito in quei paraggi tra i giorni 21-22, che ha
attraversato la concessione. Si tratta della motonave “Capitan
Korchin”. Lo conferma anche la Capitaneria di Porto, tra le altre cose
la nave esce in mare nonostante le condizioni meteo lo vietassero.
“Laguna viva”, perde 700 tonnellate di “peoci”. Complessivamente i danni
ammontano a circa 1 milione e 700 mila euro. Fino ad ora nessun
anticipo di rimborso, anche se è evidente che il danno lo ha causato
quella nave.
Ora la situazione economica e finanziaria della
cooperativa risulta essere sempre più difficile e al limite del
collasso. Laguna Viva è formata da una decina di soci che si sono messi
assieme in conseguenza delle nuove e limitative condizioni imposte dalla
Comunità Europea. Sono stati costretti ad abbandonare l’attività di
pesca che facevano prima e per sopravvivere hanno iniziato una nuova
attività sulla coltivazione e vendita dei “peoci”. Per fare questo hanno
dovuto ipotecare le loro abitazioni e quelle dei loro familiari allo
scopo di accedere ad un mutuo per realizzare un vivaio. Il mutuo però è
stato utilizzato per fare il vivaio ora distrutto. Ma ora non sanno più
come fare per poter vivere. Ora rischiano di perdere le abitazioni ma
anche quelle dei loro parenti. In attesa della giustizia.
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