Il Magistrato alle acque D’Alessio respinge le accuse al Mose, ma
Bettin rilancia «I pescatori di Burano mi hanno confermato che
l’equilibrio lagunare si è rotto»
«È vero. L’equilibrio della laguna è cambiato, le correnti si sono
modificate e il mondo della pesca lagunare è in grande difficoltà».
L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin conferma l’allarme lanciato
dai pescatori di Burano, Chioggia e Pellestrina. «Li ho incontrati la
settimana scorsa», dice, «e mi hanno sottoposto la nuova emergenza». A
Chioggia e Pellestrina 70 cooperative sono rimaste quasi senza lavoro.
La semina dei caparozzoli non dà frutti, il prodotto è scomparso.
I pescatori hanno dato mandato a un legale, l’avvocato Gianfranco
Jacobelli, di presentare una denuncia alla Procura contro il Magistrato
alle Acque. «Da due anni denunciamo questa situazione», dicono, «le
risposte sono arrivate con grande ritardo. A noi risulta che la qualità
dell’acqua è stata modificata dai lavori del Mose e dagli scavi in
laguna».
«Li incontrerò presto, anche il Comune mi ha chiesto di
partecipare e a un incontro e lo farò volentieri», risponde Ciriaco
D’Alessio, da un anno presidente del Magistrato alle Acque, «ma voglio
dire chiaramente che per quello che ci risulta la morìa di vongole
registrata non dipende dai nostri lavori. Non ci sono stati sversamenti
di materiali, avvelenamenti. Forse la situazione è stata determinata dal
caldo eccezionale di quest’estate. Purtroppo i tagli ai finanziamenti e
il vincolo di legge di spendere i soldi del Cipe solo per il Mose ci
lega ulteriormente le mani». Ma i pescatori non ci stanno. «Noi non
molliamo», insiste Emanuela Naso, portavoce dei pescatori, «Bisogna fare
chiarezza sui questa vicenda, emblematica per quanto riguarda il potere
delle grandi lobby e dei poteri forti. Chi darà da mangiare alle
famiglie?» Le cooperative hanno avviato studi e perizie per dimostrare
che la scomparsa del seme del Tapes piliphinarum, il tipo di
vongola verace più diffuso in laguna non è certo dovuta al clima ma al
cambiamento della qualità dell’acqua. Sedimenti che si sollevano,
compresi quelli inquinanti depositati sui fondali dei canali portuali.
«Qualcuno ci deve dare una risposta», dicono i pescatori, che hanno
scritto anche all’Europa e al presidente della Repubblica, «perchè noi
restiamo senza lavoro per colpa dello Stato e non della crisi». Vicenda
scoppiata due anni fa dopo la denuncia della cooperativa Acquamarina dei
fratelli Doria. Poi approdata a Report, emersa di nuovo in questi
giorni, dopo che la morìa dell’agosto 2012 ha coinvolto decine di
aziende e di cooperative. «Una cosa è certa», dice Bettin, «la laguna è
oggi squilibrata. Forse un nuovo equilibrio arriverà, ma ci vogliono
tempi lunghi».
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