Sulle spiagge degli Alberoni, di San Pietro in Volta e di Pellestrina,
ma accade anche a Punta Sabbioni, soprattutto nei fine settimana,
arrivano le barche, che si avvicinano pericolosamente alla riva con il
motore acceso, spesso, nonostante vi siano i bagnanti, si fermano
addirittura sul bagnasciuga. Un rischio grave per tutti coloro che
stanno in acqua per un bagno:Più volte la situazione è stata
segnalata e sabato e domenica scorsi la Guardia costiera ha fatto
scattare i controlli con due unità e, in due giorni, sono fioccate
ben 42 sanzioni amministrative ad altrettante imbarcazioni perché
avevano superato la fascia di sicurezza. In tanti hanno protestato,
sostenendo di non essere a conoscenza della norma, altri hanno
cercato di convincere gli uomini della Capitaneria di porto che non
sarebbe più accaduto, infine altri ancora hanno protestato meno
gentilmente. Tutti, però, hanno dovuto sborsare 172 euro per aver
violato le norme sulla sicurezza della balneazione, una cifra che
di questi tempi è un peso notevole sborsare. La norma, basta leggerla, è
chiara: afferma che la navigazione per tutte le imbarcazioni a
motore è interdetta entro la fascia dei 500 metri dalla costa.
Naturalmente, l’imbarcazione può avvicinarsi alla riva, ma dai 500 metri
in poi il motore deve essere spento e l’avvicinamento, facendo
grande attenzione, deve avvenire soltanto con i remi. Accade, però, che
spesso i remi in barca non ci sono, anche se farebbero parte della
dotazione obbligatoria di bordo, altri li hanno ma sono piuttosto corti
e utilizzarli comporta un’enorme fatica soprattutto se c’è da
percorrere una grande distanza, ci sono poi quelli che proprio non
si preoccupano e vanno dritti. Stando agli uomini della Guardia
costiera, la maggior parte di coloro che tra sabato e domenica sono
stati sanzionati provengono dalla terraferma, sono delle province di
Padova e Venezia, della Riviera del Brenta. «I veneziani», spiega
uno di quelli che ha operato nel weekend, «frequentano di più la
laguna, si mettono dietro l’isola di Poveglia o vanno sul bacan, di
fronte all’isola di Sant’Erasmo, mentre chi arriva in spiaggia agli
Alberoni o a Pellestrina parte da Chioggia o dalle cavane sulla
Riviera». Un tempo, all’esterno della diga degli Alberoni c’era un
specie di quadrato con un corridoio fino alla spiaggia, delimitato
da numerose boe. Grazie a quelle, la gente sapeva che lì non poteva
inoltrarsi a nuotare e le barche potevano avvicinarsi alla riva
senza pericolo per chi stava in acqua. Da qualche tempo non c’è più e
quindi lungo le due isole, quelle del Lido e di Pellestrina, non
c’è uno spazio per chi con la barca voglia raggiungere la spiaggia.
Nelle scorse settimane, la Capitaneria di porto ha chiesto al
Comune di occuparsene, di ripristinare almeno un corridoio agli Alberoni
o a Pellestrina, in modo da permettere alle imbarcazioni di
avvicinarsi alla riva, senza rischiare di colpire o addirittura
affettare i bagnanti. E senza rischiare di essere «pizzicati» dalla
Guardia costiera e di dover pagare una multa piuttosto salata.
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