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lunedì 20 agosto 2012
Ca’ Roman utilizzato in documenti ufficiali
Il 18 agosto, nella lettera “Più rispetto per il nome storico”,
pubblicata sulla Nuova, l’assessore all’Ambiente del Comune di
Venezia Gianfranco Bettin sostiene che, per indicare la località a
sud di Pellestrina, la grafia storicamente usata è Caroman e non Ca’
Roman. A sostegno di questa tesi cita diverse mappe storiche del
1800 e documenti del Magistrato alle Acque, di cui alcuni abbastanza
recenti. In effetti, il termine Ca’ Roman si fa strada dalla metà
del ‘900. Oggi, con qualche eccezione, è universalmente utilizzato in
documenti ufficiali del Magistrato alle Acque (Nuovi interventi per
la salvaguardia di Venezia – 2004), del Comune di Venezia e dello
stesso Assessorato all’Ambiente ( Valutazione di incidenza ambientale
per il piano di recupero dell’ex colonia di Ca’ Roman – 2011).
L’Assessore, quindi, utilizza non un termine sbagliato ma arcaico. Se
dovessimo seguire il suo criterio, dovremmo darci da fare per
ribattezzare tutta la toponomastica, chiamando, ad esempio “Chioza”
(come ai tempi del Sabbadino) l’attuale Chioggia e “Pelestrina” (come
indicato nella mappa del Dénaix, 1809-1811) l’attuale Pellestrina.
La topologia è come la lingua: cambia nel corso del tempo. A chiudere la
questione ci pensa, in ogni caso, l’autorevole Lorenzetti (1926)
che chiarisce come Caroman sia la corruzione di Ca’ Romani. La
moderna versione è, quindi, quella più fedele al nome originale del
sito. Ritengo che, più che su sterili disquisizioni toponomastiche,
l’attenzione e il tempo dell’assessore dovrebbero concentrarsi in
concrete azioni per tutelare un habitat oggi fortemente minacciato
da un progetto di “recupero”. Le occasioni non dovrebbero mancargli.
Federico Antinori
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