Se questa mattina non ci saranno autobus e vaporetti tra le 9 e le 13, il motivo è lo sciopero regionale contro i tagli al trasporto pubblico. Dopo le 13 qualche disservizio potrebbe esserci lo stesso, non prevedibile, per la "non collaborazione" dei dipendenti che si rifiutano di effettuare il lavoro straordinario o di sospendere la propria giornata di riposo per coprire turni di altri colleghi, assenti magari per malattia o per ferie. Come del resto accade da un paio di giorni: ieri Actv ha confermato la mancata effettuazione di circa 150 corse complessive, un centinaio nel bacino urbano di Mestre, una cinquantina nell’extraurbano, mentre in navigazione tutto è sembrato regolare. Ma non si sa se Pellestrina faccia parte del servizio di navigazione o dell’automobilistico, o non è stata considerato il fatto che invece di due autobus, alle 12.55 dal Cimitero, ne è partito uno solo. Un’odissea, per i pendolari da Chioggia che dovevano raggiungere gli ospedali del Lido, ma soprattutto per i ragazzini della scuola media che da Pellestrina dovevano tornare a San Pietro in Volta, e che non sono riusciti a salire sul bus già stracolmo e sono stati così costretti ad aspettare il mezzo successivo, dopo mezz’ora. Stessa cosa alle 6.45 della mattina, altra corsa clou dei pendolari di Pellestrina che devono raggiungere Venezia.
Actv provvederà ad avvertire i "clienti" del servizio pubblico della protesta in atto, che non è prevedibile negli orari.
Nel mirino dei lavoratori c’è il decreto legge 78/2010 in materia di contenimento della spesa pubblica. Anche ieri in Prefettura si è svolto un incontro con i sindacati per trovare una mediazione. Ma il clima che si percepisce nelle assemblee dei dipendenti Actv (ieri Usb ne ha radunati oltre 500) è infuocato e fa tornare alla memoria gli scontri del 2003, quando Venezia rimase in scacco per parecchi giorni, nonostante le precettazioni e le contestazioni di interruzione di pubblico servizio.
«La decisione aziendale di dare applicazione alle disposizioni è stata attentamente ponderata sulla base del quadro normativo complessivo ed in coerenza con le indicazioni del Comune di Venezia e di Asstra» precisa Actv, che sostiene di aver limitato l’applicazione a quanto ritenuto necessario, accantonando comunque prudenzialmente le somme trattenute nell’eventualità di una pronta restituzione nel caso intervengano modifiche legislative.
Actv aggiunge comunque che «sono regolarmente retribuite le prestazioni straordinarie così come l’attribuzione di mansioni superiori temporanee o strutturali».
Actv provvederà ad avvertire i "clienti" del servizio pubblico della protesta in atto, che non è prevedibile negli orari.
Nel mirino dei lavoratori c’è il decreto legge 78/2010 in materia di contenimento della spesa pubblica. Anche ieri in Prefettura si è svolto un incontro con i sindacati per trovare una mediazione. Ma il clima che si percepisce nelle assemblee dei dipendenti Actv (ieri Usb ne ha radunati oltre 500) è infuocato e fa tornare alla memoria gli scontri del 2003, quando Venezia rimase in scacco per parecchi giorni, nonostante le precettazioni e le contestazioni di interruzione di pubblico servizio.
«La decisione aziendale di dare applicazione alle disposizioni è stata attentamente ponderata sulla base del quadro normativo complessivo ed in coerenza con le indicazioni del Comune di Venezia e di Asstra» precisa Actv, che sostiene di aver limitato l’applicazione a quanto ritenuto necessario, accantonando comunque prudenzialmente le somme trattenute nell’eventualità di una pronta restituzione nel caso intervengano modifiche legislative.
Actv aggiunge comunque che «sono regolarmente retribuite le prestazioni straordinarie così come l’attribuzione di mansioni superiori temporanee o strutturali».
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