Tutta Pellestrina si è stretta attorno alla famiglia del bimbo morto
dopo essere stato investito in sella alla sua bici da un’auto
Un’intera isola ha dato l’ultimo saluto terreno ieri a Brahim. Nella
frazione di San Pietro in Volta, i negozi e
i bar
erano chiusi in segno di lutto, mentre la gente era assiepata in
chiesa, in attesa dell’arrivo della piccola bara bianca. Tanta, tanta
gente, molti sul sagrato, perché la chiesa era gremita all’inverosimile.
Uomini, donne, bambini, giovani, anziani; c’erano tutti, con il volto
attonito, con gli occhi rossi. E c’erano pure i compagni di scuola,
arrivati con un fiore bianco,
insieme alle insegnanti, alle famiglie, e
alla dirigente scolastica.
E poi è arrivato lui, alle 11.30,
un po’ in ritardo, perché nell’obitorio dell’ospedale di Padova, da cui
proveniva, il
papà aveva fatto celebrare il funerale con
rito musulmano.
L’hanno portato in braccio, piangendo,
il mister e gli allenatori
della”Nuova San Pietro”, la squadra in cui giocava nella categoria pulcini, vestiti con i colori della società. A celebrare la liturgia, in
un silenzio assor dante, i due parroci dell’isola, don
Pierangelo
Laurenti e don Angelo Vianello, visibilmente provati. I sacerdoti hanno invocato le preghiere per le due famiglie coinvolte nella tragedia, per
quella del piccolo Brahim, e per quella
dell’investitore. Presenti Ugo
Bergamo con la fascia tricolore, in rappresentanza del sindaco, i
consiglieri comunali
Renato Boraso e Alessandro Scarpa, e il presidente
del
la Municipalità dell’estuario Giorgio Vianello.
Don Laurenti durante
l’omelia ha letto
alcuni pensieri degli amichetti, e rivolto a loro ha
detto: «Ricordate come piaceva a Brahim – Abramo, giocare a nascondino?
Ecco, immaginiamolo con il su o solito sorriso, mentre gioca nel cielo
tra le nuvole».
Al termine, la bara è uscita dalla chiesa,
accolta da un tripudio di palloncini bianchi ed azzurri, lanciati in
cielo. Poi, con i vigili urbani in testa, e i carabinieri insieme ai
volontari del soccorso “Giuliano Ghezzo” in coda, tutti i presenti si
sono stretti attorno a mamma Luciana, e a
Brahim, portato a spalla,
accompagnandolo nella sua ultima passeggiata, alla sua ultima dimora, in
cimitero. E lì, defilato, c’era anche il padre di Brahim, Habib Nsib,
che aveva seguito il feretro da Padova. Vicino a lui, costantemente e
con discrezione, alcuni carabinieri.
Annalisa Busetto
dopo essere stato investito in sella alla sua bici da un’auto
Un’intera isola ha dato l’ultimo saluto terreno ieri a Brahim. Nella
frazione di San Pietro in Volta, i negozi e
i bar
erano chiusi in segno di lutto, mentre la gente era assiepata in
chiesa, in attesa dell’arrivo della piccola bara bianca. Tanta, tanta
gente, molti sul sagrato, perché la chiesa era gremita all’inverosimile.
Uomini, donne, bambini, giovani, anziani; c’erano tutti, con il volto
attonito, con gli occhi rossi. E c’erano pure i compagni di scuola,
arrivati con un fiore bianco,
insieme alle insegnanti, alle famiglie, e
alla dirigente scolastica.
E poi è arrivato lui, alle 11.30,
un po’ in ritardo, perché nell’obitorio dell’ospedale di Padova, da cui
proveniva, il
papà aveva fatto celebrare il funerale con
rito musulmano.
L’hanno portato in braccio, piangendo,
il mister e gli allenatori
della”Nuova San Pietro”, la squadra in cui giocava nella categoria pulcini, vestiti con i colori della società. A celebrare la liturgia, in
un silenzio assor dante, i due parroci dell’isola, don
Pierangelo
Laurenti e don Angelo Vianello, visibilmente provati. I sacerdoti hanno invocato le preghiere per le due famiglie coinvolte nella tragedia, per
quella del piccolo Brahim, e per quella
dell’investitore. Presenti Ugo
Bergamo con la fascia tricolore, in rappresentanza del sindaco, i
consiglieri comunali
Renato Boraso e Alessandro Scarpa, e il presidente
del
la Municipalità dell’estuario Giorgio Vianello.
Don Laurenti durante
l’omelia ha letto
alcuni pensieri degli amichetti, e rivolto a loro ha
detto: «Ricordate come piaceva a Brahim – Abramo, giocare a nascondino?
Ecco, immaginiamolo con il su o solito sorriso, mentre gioca nel cielo
tra le nuvole».
Al termine, la bara è uscita dalla chiesa,
accolta da un tripudio di palloncini bianchi ed azzurri, lanciati in
cielo. Poi, con i vigili urbani in testa, e i carabinieri insieme ai
volontari del soccorso “Giuliano Ghezzo” in coda, tutti i presenti si
sono stretti attorno a mamma Luciana, e a
Brahim, portato a spalla,
accompagnandolo nella sua ultima passeggiata, alla sua ultima dimora, in
cimitero. E lì, defilato, c’era anche il padre di Brahim, Habib Nsib,
che aveva seguito il feretro da Padova. Vicino a lui, costantemente e
con discrezione, alcuni carabinieri.
Annalisa Busetto
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