Scarpa ribatte: "Forse la nostra è stata leggerezza. Pensavamo di essere a posto. Abbiamo invece appurato che cosi' non è, ma sinceramente, accusarci di danno ambientale, quando in realtà provvediamo al recupero, senza guadagno alcuno, perché pure noi smaltendo l'olio alle società autorizzate non paghiamo nulla, mi sembra un eccesso». E' tanto lo sbalordimento tra i gestori (quattro soci), convinti infatti, e a verità, fino alla doccia fredda dell'altro giorno, di offrire un servizio utile sia ai loro concittadini, che alla loro isola. «Ora però - conclude Scarpa - preso atto che, nonostante il nostro impegno, dovremo andare in tribunale, tutto rimane com'è. Non abbiamo interesse alcuno al dissequestro della cisterna, che ci costerebbe una fortuna». Gli avventori del distributore, informati ovviamente di quanto avvenuto, invocano, da parte di tutti, il buonsenso. E in questi giorni, si sono mossi pure i presidenti delle cooperative di pesca dell'isola, Domenico Gorin e Aldo Marmi, direttamente coinvolti nella vicenda. Dove andranno ora infatti i pescatori a smaltire i loro olii? Le prime avvisaglie di un inquinamento ambientale, quello che i gestori volevano evitare, già si vede, con le taniche e le lattine comparse in alcune zone isolate di Pellestrina .
Annalisa Busetto
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