venerdì 1 febbraio 2008

«Mose, i tempi sono da rivedere»

Il Cipe ha approvato la cifra proposta da Di Pietro. Il Magistrato alla Acque: «Bene, ma servono 850 milioni»

Per il governatore 400 milioni permettono l’inizio delle opere, ma senza certezze sul termine

 


Arrivano i soldi per il Mose, ma non quanti se ne sarebbero voluti.

«Con quattrocento milioni - commenta a caldo il presidente del Veneto Giancarlo Galan, grande sostenitore dell'opera - andranno avanti i cantieri esistenti e si cominceranno nuovi lavori, ma non c'è la garanzia totale che ci permetta di dire "non troveremo ostacoli". Questi purtroppo sono sempre alle porte e credo che bisognerà arrivare ad una prima revisione dei tempi».

In altre parole, significa che la scadenza prevista per il 2012 come termine dei lavori alle tre bocche di porto della laguna di Venezia potrebbe non essere rispettata e per questo Galan intende mettere le mani avanti. In verità, i rubinetti dei finanziamenti non sono mai stati aperti completamente neppure sotto il Governo Berlusconi, che tanto aveva voluto l'avvio dei cantieri.

In ogni caso, in piena crisi di governo e in tempo di ristrettezze economiche, 400 milioni rappresentano un risultato da non buttare. La proposta è arrivata dallo stesso ministro dimissionario Antonio Di Pietro ed è stata approvata all'unanimità dal Comitato interministeriale presieduto da Romano Prodi.

«Il finanziamento - ha detto Di Pietro al termine della riunione - consentirà tra l'altro l'avvio della costruzione dei cassoni, parte più importante e ultimativa dell'opera. È con senso di responsabilità che si è deciso di proseguire nel finanziamento di un'opera che ci permetterà di mettere al sicuro la città di Venezia. Con questi "assicuriamo l'operatività dei cantieri per tutto l'anno in corso. Il Comitato, nella sua collegialità - ha concluso - ha preso atto della situazione rappresentata e, ripeto, con grande senso di responsabilità, ha deliberato in maniera unanime la tranche di finanziamento».

Manifesta soddisfazione il presidente del Magistrato alle Acque, Maria Giovanna Piva: «Con questi soldi - spiega - viene assicurata la continuità dei cantieri, che è una condizione fondamentale per un'opera di questo genere. Sarà possibile avviare il cantiere di prefabbricazione di San Pietro in Volta a Pellestrina per la costruzione dei cassoni da ancorare al fondale, che conterranno le paratoie mobili. Il fabbisogno da noi evidenziato è di 850 milioni e quello rimane. Tutte le voci di spesa sono state segnalate al Cipe in modo preciso. Certo, assieme a questa richiesta avevamo presentato anche una serie di "sottonecessità", proiezioni al ribasso a 600, 400 o a 300 milioni, spiegando che cosa si sarebbe fatto esattamente con quei soldi». Saranno sufficienti questi 400 milioni per completare lavori già iniziati e avviarne di nuovi e più impegnativi? «Difficile dirlo - conclude - è auspicabile che arrivi entro la fine dell'anno anche il resto della cifra da noi richiesta».

Preoccupato per come stanno andando le cose in Consiglio regionale (vedi articolo a sinistra), Galan comunque ammette che il Governo Prodi non è stato avaro con il Veneto.

«Bisogna riconoscere - ha proseguito il governatore - che questo Governo per quanto riguarda le grandi opere nel Veneto ha fatto la sua parte. Che poi una decisa maggioranza di centrosinistrra fosse da sempre favorevole al Mose ha trovato conferma in quanto è successo al Cipe. In un periodo particolarmente delicato come questo, le grandi opere si fanno solo con questa determinazione».

Chiarito che il ministro Di Pietro e il governo Prodi hanno mantenuto la parola, cercando di destinare a Venezia più soldi possibile, tutto ciò non cambierà una virgola per gli innumerevoli problemi che l'amministrazione comunale si trova a fronteggiare per le altre attività di salvaguardia della città. Dalla Legge speciale non bisognerà attendersi molto anche per questo 2008 e il sindaco Cacciari ha già annunciato un programma di dismissioni immobiliari che raggiunge i 70 milioni per poter chiudere un bilancio che non sia di mera sopravvivenza, ma che garantisca un minimo di investimenti.

Tra le opere ferroviarie, il Cipe ha anche approvato il contributo di 16 milioni di euro per mettere a punto la progettazione definitiva del nodo ferroviario di Verona, per la rete ad alta velocità.

Michele Fullin

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