«Anche un intervento banale deve essere fatto in tranquillità, in un ambiente idoneo - spiega Cucca -. Non si tratta di emergenze che mettono in pericolo di vita, e la piccola traumatologia ha necessità di strutture adatte. Non avrebbe senso se ponessimo una struttura per fare suturazioni senza avere un centro con tutte le specialità per rispondere ad eventuali complicanze. E a Pellestrina non possiamo metterle. Se, ferendosi la mano, si è leso un nervo ulnare deve esserci un chirurgo vascolare e anche un ortopedico con una struttura ben attrezzata. Altrimenti è controproducente, il rapporto costo/benefici è negativo».
Anche per l'idroambulanza ci sono, al momento, poche speranze. «Abbiamo pochi mezzi a disposizione - spiega il responsabile del Dipartimento urgenza ed emergenza, Giuseppe Marchese - e non possiamo mettere a disposizione di Pellestrina un'idroambulanza 24 ore su 24». Bisognerebbe acquistarne una nuova, non è una cosa impossibile, ma è un costo che l'azienda Ulss 12 deve valutare: oltre all'imbarcazione sono necessari infatti sei motoscafisti, sei infermieri, due persone per il trasbordo: in totale 24 assunzioni da effettuare, a cui vanno aggiunti i costi di manutenzione del mezzo di soccorso. Una spesa che, con tutti i tagli subiti, sembra difficile che al momento l'Ulss possa sobbarcarsi. E così gli abitanti di Pellestrina dovranno necessariamente continuare a rivolgersi al distretto sanitario o al medico di guardia, che assicurano la copertura dell'assistenza 24 ore al giorno, o andare con i mezzi propri all'ospedale civile o a Sottomarina. Perché se attendono l'idroambulanza devono aspettare mezz'ora, il tempo necessario per raggiungere l'isola dalle Fondamenta Nuove.
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